Fortilizio quattrocentesco e dimora settecentesca, il castello svela un’anima doppia: austera fortezza medievale e raffinata residenza nobiliare, sospeso tra cronaca e leggenda.
Origini medievali e quadro storico
L
e radici del sito risalgono al XII secolo, con menzioni di un’area fortificata già nel 1191. Dopo la dominazione del comitato di Pombia e Novara, Divignano entra nel 1413 nel ducato di Milano: Filippo Maria Visconti affida il feudo ai fratelli Visconti, che dopo 30 anni cedono a Vitaliano Borromeo. È in questo contesto che, tra 1454 e 1489, i successori Borromeo costruiscono la fortezza quadrata, che avrebbe svolto duplice ruolo difensivo e residenziale
I
l lato nord conserva intatto l’antico impianto: due torri angolari massicce, scarpate alla base e ornate da finestre ad arco acuto incorniciate da cotto rosso, sormontate da motivi a dente di sega. Cinque camini spezzano la continuità muraria, illuminando le sale gotiche che si affacciano sul paesaggio vallivo sottostante
A
ll’inizio del XVIII secolo, Giulio Visconti Borromeo Arese decide una radicale ristrutturazione: tre lati vengono demoliti, la costruzione innalzata di circa 2,5 m e il piano rialzato pareggiato con i detriti dei muraglioni. La torre sud-ovest mantiene quattro bifore originali, poi tamponate per stabilità, mentre l’ala nord conserva la parte residenziale: ampie gallerie a volta doppia, saloni con soffitti a cassettoni – alcuni dipinti – e camere con camini (oggi perduti o rifatti)
N
el 1498 la proprietà passa per eredità a Ludovico Visconti Borromeo, che riunifica il dominio su Divignano. Rimane in mano visconteo‑borromea fino al 1814, poi venduta ai Ravizza, passata al conte Collobiano (1908), ai fratelli Bellora (1930), e infine alla famiglia Bottegal Quartieri che ne è tuttora proprietaria, trasformandolo in sede privata ma preservandolo
Miti, suggestioni e aneddoti
S
i narra che i bastioni quattrocenteschi abbiano ospitato antichi armitieri viscontei, i cui “rumori metallici” si spanderebbero ancora nelle notti ventose.
Le sale affrescate, con soffitti in legno intagliato e volte ad unghia, suggeriscono antichi banchetti che echeggiano tra ombre e rintocchi.
Nel 2019, l’associazione “Ideando Divignano” ha avvolto la torre in un maxi‑vestito all’uncinetto composto da 15 000 quadratini di lana, donando una veste temporanea al maniero e supportando iniziative sociali

