I
l parco archeologico di Castelletto Ticino documenta l’esistenza di una significativa presenza protostorica, la “Cultura di Golasecca”, che raggiunse il proprio apice fra il 750 e il 680 a. C., attraverso il controllo della via fluviale del Ticino.
Tombe preistoriche
N
umerose sono state le necropoli rinvenute; la più prestigiosa e monumentale, con tombe a circolo ed aree sacre e di culto, è stata parzialmente ricostruita all’interno del parco comunale G. Sibilia. Essa documenta l’emergere di una élite guerriera, celebrata attraverso il culto degli antenati, con grandi stele monolitiche poste presso le aree sacre o le tombe più importanti (oggi collocate presso la biblioteca comunale).
Negli adiacenti spazi verdi del parco sono visibili altri esempi di sepolture golasecchiane.
Stele e ritrovamenti
N
ei locali della vicina Biblioteca sono visibili due stele, l’una decorata a coppelle, l’altra a coppelle e segni ad ascia, provenienti da via Beati (VII secolo a.C.), la stele della Briccola, con la rappresentazione di un disco-corazza centroitalico (prima metà del VII secolo a.C.), e la più grande iscrizione su pietra proveniente dalla località Belvedere (VII secolo a.C.)
Quest’ultima, la cui traduzione, seppur incerta, sembra recitare Kothios, ovvero il figlio dell’anziano, rappresenta la prima iscrizione europea in lingua celtica.
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