Santa Maria di Luzzara, la chiesetta più enigmatica del Lago d’Orta. Un luogo fuori dal tempo che pochi conoscono… ma che vale la scoperta!

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Santa Maria di Luzzara, un segreto sul Lago d’Orta

La chiesa romanica senza tempo


Chiesa romanica

News del 03/07/2025

Un gioiello segreto sul Lago d’Orta

I l vero segreto di questa chiesa sta nella sua architettura anomala e misteriosa: tre absidi semicircolari affiancate, come se appartenessero a una basilica a tre navate, mentre l’interno è costituito da una sola piccola navata.
Perché? Nessuno lo sa con certezza.
Proseguite a leggere e cercate anche voi quale mistero si cela…
C’è chi pensa che fosse parte di un edificio più antico, chi parla di influenze nordiche rare in Italia, chi la ritiene una chiesa “mimetica”, costruita così apposta per ricordare modelli sacri più grandi…

Storia e origini: tra leggenda e realtà

L e origini di Santa Maria di Luzzara si perdono nel tempo e sono avvolte da un alone di incertezza. Non esistono documenti certi sulla sua fondazione, e la prima menzione della località Luzzara risale a un documento del 1114 Il toponimo stesso, Luciaria in latino medievale, deriva da lucus ovvero “bosco”, probabilmente in riferimento alla posizione isolata nel fitto dei boschi – un indizio che ci racconta come questa zona di Gozzano fosse un’area boscosa e appartata sin dall’XI secolo.
Proprio la particolarità dell’edificio ha alimentato per lungo tempo ipotesi sulle sue origini. Alcuni studiosi hanno ritenuto che la chiesa risalisse addirittura all’XI-XII secolo, suggerendo che le tre absidi fossero la parte più antica (XI secolo) e il resto della struttura databile al XII. La chiesa era anticamente chiamata “Santa Maria delle Cappelle”, forse proprio in riferimento alle tre cappelle absidali che la caratterizzano. Questa denominazione compare anche in un inventario del 1618 redatto dopo la visita pastorale del cardinale Taverna, dove è citata come “Chiesa di Santa Maria detta delle Capelle posta nel territorio di Gozzano dove si dice in Luzera”.
Ciò testimonia che già nei secoli passati l’insolita presenza delle tre absidi era nota e distintiva.
Studi più recenti, però, hanno rimesso in discussione l’epoca di costruzione. Un’indagine archeologica condotta negli anni ’80 ha infatti smentito la teoria della ricostruzione medievale: i risultati suggeriscono che l’edificio sia stato realizzato in blocco in età tardo gotica, probabilmente intorno al XV secolo. In mancanza di prove documentarie medievali – la chiesa non viene nemmeno citata negli atti delle visite pastorali dei vescovi Speciano e Bascapè nel ‘500 – si ritiene oggi che Santa Maria di Luzzara sia nata nel Quattrocento, magari su ispirazione di modelli romanici più antichi, e sia giunta fino a noi sostanzialmente immutata dal Rinascimento. Il fascino della sua storia sta quindi proprio in questo mix di realtà e leggenda: una chiesa dall’aria millenaria che potrebbe essere “solo” quattrocentesca, ma che porta con sé il mistero delle sue forme arcaiche e delle tradizioni popolari ad essa legate.

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Architettura: tre absidi per una navata unica

A colpo d’occhio, ciò che rende unica Santa Maria di Luzzara è la sua insolita struttura architettonica. L’edificio si presenta come una piccola chiesa ad aula unica, orientata est-ovest, che termina ad oriente con tre absidi semicircolari affiancate. La navata è dunque una sola, priva di transetto, ma sul fondo si aprono tre cappelle absidali: quella centrale leggermente più ampia e prominente, affiancata da due absidiole laterali più piccole ma di uguale forma. Ciascuna abside è illuminata da una piccola monofora ed è costruita con ciottoli e pietre disposti in corsi irregolari, secondo l’uso romanico lombardo.
Anche la facciata occidentale, semplice e armoniosa, ricalca lo stile rustico tipico degli oratori campestri locali. È una facciata a capanna, con un portale centrale ad arco sormontato da un piccolo campanile a vela a un fornice. Sopra il portoncino d’ingresso si apre un oculo, mentre ai lati si notano due minuscole finestrelle rettangolari, aggiunte nel 1663 per aumentare la luminosità interna. Proprio sotto di esse furono ricavati due lunghe sedute in pietra addossate alla facciata.
Sul fianco meridionale si apre un secondo ingresso e una piccola finestra, e si nota un vano aggiunto adibito a sagrestia. Sul lato nord la muratura è completamente cieca, rinforzata da contrafforti inclinati. Il pavimento originale del presbiterio, in cocciopesto, è ancora in sito e si trova ad un livello più basso rispetto al terreno esterno. All’interno, la navata è suddivisa in tre campate da due arconi trasversali leggermente ogivali impostati su pilastri bassi.

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Il mistero delle tre absidi

U no degli aspetti più intriganti di questa chiesa è la presenza delle tre absidi in un edificio ad aula unica. Di solito, infatti, le chiese provviste di tre absidi semicircolari corrispondono a costruzioni più grandi, a tre navate. Alcuni ipotizzano che in origine potesse esistere un progetto di chiesa più ampia mai completato, oppure che la chiesetta attuale sia sorta sui resti di una struttura precedente di età romanica. Altri suggeriscono influenze architettoniche d’oltralpe o necessità liturgiche locali.
Qualunque sia la verità, questo dettaglio inconsueto cattura l’immaginazione dei visitatori e rende Santa Maria di Luzzara un unicum da raccontare.

Affreschi medievali: un museo a cielo aperto

S ia sulla facciata esterna che all’interno sopravvivono numerosi dipinti murali risalenti al XV e XVI secolo, molti dei quali restaurati di recente. Sul lato sinistro della porta si trova un grande San Cristoforo, accanto a un trittico con San Giuliano, Sant’Antonio Abate e San Rocco. Sul lato destro si scorge una Madonna col Bambino tra altri santi, forse inclusa la Beata Panacea. Nella lunetta è dipinta un’Annunciazione.
All’interno si trova un importante ciclo di affreschi rinascimentali. L’opera principale è una Crocifissione sull’arco trionfale, attribuita a Francesco Cagnola. Sulle absidi laterali si trovano una scena dell’Assunzione e una Madonna in trono con i Dottori della Chiesa. Le pareti della navata conservano scene come la Natività, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina e una Madonna del Latte. Gli affreschi rivelano diversi strati pittorici e diverse mani, tra cui la scuola dei Cagnola e probabilmente Angelo Canta.

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Conservazione e restauri: la rinascita di un tesoro

N egli anni ‘80 e ‘90 sono stati condotti importanti restauri strutturali e pittorici. Le murature sono state consolidate, le infiltrazioni bloccate, e molti affreschi sono stati puliti e riportati alla luce. In particolare, la grande Crocifissione interna è stata riscoperta nel 1997. Grazie a questi interventi, oggi la chiesa si presenta in buone condizioni, anche se non è regolarmente aperta.

Come arrivare e visitare la chiesa nascosta

L a chiesa si trova nel territorio di Gozzano, lungo la Strada Provinciale 46. È raggiungibile in auto oppure a piedi tramite i sentieri panoramici dell’Anello Azzurro. Un viottolo scende dalla strada verso l’edificio, ma l’accesso non è ben segnalato. È possibile organizzare visite contattando la Parrocchia di Gozzano. In alcune occasioni, grazie a eventi culturali, viene aperta ai visitatori.

Un tesoro nascosto da non perdere

S anta Maria di Luzzara è una vera chiesa romanica nascosta, un piccolo-grande tesoro storico-artistico incastonato tra il lago e i boschi di Gozzano. La sua storia sospesa tra Medioevo e Rinascimento, l’architettura anomala, gli affreschi che parlano di santi e devozione popolare, creano un mix irresistibile per chi ama i luoghi fuori dai circuiti comuni.
Scoprirla è un viaggio nel passato e un incontro con l’arte sacra popolare. Un piccolo grande segreto del Novarese da custodire e condividere.

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